Care amiche e cari amici della Fondazione Eranos,
siamo molto lieti di invitarvi al nostro prossimo incontro del ciclo delle Eranos-Jung Lectures che si terrà venerdì 5 maggio, alle ore 18.15, presso la Biblioteca cantonale di Locarno (non al Monte Verità!).
Insieme a Fabio Merlini, Direttore della Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale della Svizzera italiana, Presidente della Fondazione Eranos e a Massimo Mori, Università di Torino / Accademia delle Scienze Torino.
Introduce la serata Stefano Vassere, Direttore delle Biblioteche cantonali.
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Fabio Merlini, filosofo, è Direttore Regionale della Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale (SUFFP) di Lugano e, dal 2010, Presidente della Fondazione Eranos di Ascona. Nel 1998 è stato nominato privat-docent all’Università di Losanna, in Svizzera, dove ha insegnato Filosofia della cultura. Successivamente, dal 1999 al 2003, ha insegnato Filosofia sistemica ed è stato nominato professore di Epistemologia delle scienze umane all’Università di Losanna. Dal 2003 al 2011 ha insegnato Etica della comunicazione all’Università dell’Insubria (Varese). Ha presieduto la Commissione culturale del Cantone Ticino dal 2012 al 2019. Dal 1996 al 2000 ha co-diretto il Groupe de Recherche sur l’Ontologie de l’Histoire presso gli Archivi Hussler della École Normale Supérieure di Parigi, i cui lavori – Après la fin de l’histoire (1998), Historicité et spatialité (2001) e Une histoire de l’avenir (2004) – sono stati pubblicati dall’editore Vrin. Tra i suoi libri, ricordiamo La comunicazione interrotta. Etica e politica nel tempo della “rete” (2004), L’efficienza insignificante. Saggio sul disorientamento (2009, apparso in francese come L’époque de la performance insignifiante. Réflexions sur la vie désorientée, 2011), Schizotopies : Essai sur l’espace de la mobilisation (2013, poi pubblicato in italiano come Ubicumque. Saggio sul tempo e lo spazio della mobilitazione, 2015), L’architettura inefficiente (con L. Snozzi, 2014, edito anche in francese come L’architecture inefficiente, 2016), Catastrofi dell’immediatezza (con S. Tagliagambe, “I saggi di Eranos”, Vol. 3, 2016) e Triste esthétique. Essais sur les catastrophes de l’immédiateté (2018, apparso anche in italiano con il titolo L’estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell’innovazione, 2019). Il suo ultimo libro è Ritornare in sé. L’interiorità smarrita e l’infinita distrazione (2022). Ha inoltre curato i volumi collettanei Nuove tecnologie e nuove sensibilità. Comunicazione, identità, formazione (2005), Identità e alterità. Tredici esercizi di comprensione (con E. Boldrini, 2006), Per una cultura della formazione al lavoro. Studi e analisi sulla crisi dell’identità professionale (con L. Bonoli, 2010) e Semi ad usum praesentis. Un incontro sul pensiero di Jean-Jacques Rousseau (2013). Ha inoltre collaborato al Cahier de l’Herne dedicato a Friedrich Nietzsche in occasione del centenario della sua morte (2000) e, insieme ad autori quali J. Derrida, P. Ricoeur e M. Crépon, ha contribuito al volume collettaneo La philosophie au risque de la promesse (2004). Con Riccardo Bernardini, ha curato l’edizione originale di Rinascere. Testo e appunti della conferenza tenuta a Eranos nel 1939 di Carl Gustav Jung (2020). Tra le sue opere di poesia, Filo di perle. Poesie liriche in tre tempi (2015). È Docente presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicoterapia (IPAP), Scuola di Specializzazione in Psicoterapia (Ivrea, Italia).
Massimo Mori (Torino, 1948) è professore emerito dell’Università di Torino. Dopo la laurea in Filosofia (1971), ha completato la sua formazione presso le Università di Francoforte sul Meno, Erlangen-Nürnberg e Monaco di Baviera. Ha insegnato Filosofia della storia, Filosofia morale e Storia della filosofia all’Università di Palermo e poi all’Università di Torino. È stato visiting professor presso l’Università di Halle e invitato per conferenze e seminari in Italia, Germania, Portogallo, Russia, Brasile e Giappone. È stato Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Torino (1993-1997 e 2001-2005), dove ha curato anche i corsi di Dottorato di ricerca in Filosofia ed Ermeneutica filosofica. Dal 2006 è direttore responsabile della “Rivista di filosofia”. È inoltre membro dell’Advisory Board di diverse altre riviste. Dal 2018 è presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo La filosofia della storia da Herder a Hegel (1976), La ragione delle armi. Guerra e conflitto nella cultura classica tedesca (1770-1830) (1984), La filosofia di Kant (1990), Libertà, necessità, determinismo (2001), La pace e la ragione. Kant e le relazioni internazionali: diritto, politica, storia (2008), Studi kantiani (2017). È inoltre autore della Storia della filosofia moderna (2015) e, con G. Cambiano, della Storia e antologia della filosofia (3 voll., 1993; 2a ed., 2001) e della Storia della filosofia contemporanea (2014). Con G. Cambiano e L. Fonnesu ha curato la Storia della filosofia occidentale (7 voll., 2014-2015). Ha infine curato i volumi miscellanei Vom Naturzustand zur kosmopolitischen Gesellschaft. Staat und Souveränität bei Kant (2017), Libero arbitrio. Storia di una controversia (con M. De Caro e E. Spinelli, 2014), Illuminismo. Storia di un’idea plurale (con S. Veca, 2018), Leibniz e la cultura enciclopedica (2019) e Gli intellettuali e la grande guerra (2020). I suoi libri più recenti sono Esperienze del camminare (2022) e Piacere (2023).
Per sottolineare il novantesimo anniversario dei Convegni di Eranos (1933-2023), la Fondazione ha voluto interpellare alcuni protagonisti del mondo culturale odierno, chiedendogli di presentare i progetti e i temi sui quali stanno lavorando. L’idea è quella di far dialogare a distanza sguardi qualificati sui nodi del nostro presente, per evidenziarne i rischi, le opportunità e le prospettive. Non, certo, per ascoltare l’ultima parola su quanto accade oggi, bensì per entrare nei loro laboratori di pensiero e cercare di mettere a fuoco una sorta di geografia in fieri del tempo presente: per orientarsi, per trovarsi, per tracciare la mappa di possibili percorsi virtuosi – nonostante il disorientamento e l’incertezza che ci caratterizza, in un’epoca ricchissima di risorse tecnologiche, ma poverissima di futuro. Anziché invitarli a riflettere su un tema-fil rouge, come è prassi usuale delle Eranos-Jung Lectures, abbiamo voluto offrire ai relatori la possibilità di presentare al pubblico le questioni alle quali stanno lavorando, per vedere come si costruisca lo sguardo su un oggetto, attraverso quale sensibilità, quali preoccupazioni, quale desiderio di comprensione, quale metodo. E, ovviamente, quale passione. Sarà un viaggio che ci permetterà di visitare alcuni grandi “cantieri della contemporaneità” che lavorano su molteplici ambiti tematici: lo stato di salute delle nostre democrazie; il destino dell’oggetto “libro” e dell’interiorità nel tempo dell’infinita distrazione e dei social media; la realtà del metaverso, il superamento dell’umano e le risorse della mistica; il percettivo sonoro in una società che sollecita continuamente il senso dell’udito; la solitudine dell’artista nel mondo scintillante della mercificazione della creatività; le derive del divino; il senso del fare cultura. In sostanza: un viaggio fuori e dentro di noi.
Contatti
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